Planning the Brown Bear Ursus arctos reintroduction in the Adamello Brenta Natural Park. A tool to establish a metapopulation in the Central-Eastern Alps
 
More details
Hide details
1
Brown Bear Research and Conservation Group, Adamello-Brenta Natural Park
 
2
Italian Wildlife Institute (INFS); Department for the Conservation of Nature, Ministry of the Environment
 
3
Italian Wildlife Institute (INFS)
 
4
Italian Wildlife Institute (INFS); Stelvio National Park
 
5
Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale, Università degli Studi dell'Insubria
 
 
Publication date: 2003-10-31
 
 
Hystrix It. J. Mamm. 2003;14(1-2)
 
KEYWORDS
ABSTRACT
Abstract In the 17th century, brown bears (Ursus arctos) were still abundant and widely distributed over the entire alpine area of northern Italy and even in large, dense forests of the prealps and the Po plain. The start of the decline coincided with increasing deforestation for farming at the end of the 18th century and, in the 19th century, increased access to previously remote wilderness areas of the prealpine and alpine mountains, where direct persecution by farmers and hunters caused the extinction of local bear populations. The last remnant population that occupied the Adamello-Brenta Alps was considered biologically extinct since 1989 (only three, non-reproducing bears). Here we present an analysis of the reintroduction process as the most suitable tool for brown bear recovery in the Italian Alps, taking into account both the benefits of reinstating a viable population and the risks that the coexistence between man and bear could cause. The reintroduction process is discussed aiming at an evaluation of its contribution to the global future efforts for brown bear conservation in the alpine region. A GIS-based habitat suitability analysis was implemented to test for good-quality bear habitat in a vast mountainous area around the Adamello-Brenta Natural Park (6500 km²), the release site of bears. The model was based on presence/absence data, gathered over the last 20 years, and habitat parameters in 25 ha cells in the core-area of the remnant bear population (645 km² study area). Other parameters of human disturbance and livestock densities, were considered at the scale of the municipality. Bears positively selected deciduous forest but seemed to avoid areas with intensive pasture activity, mainly of horses and sheep, despite the latter being a potential prey. Habitats containing large amounts of bare rock, farmland and urbanised areas were avoided. There were no significant differences between municipalities with and without bears in human population density and intensity of tourism. The importance of a wide-scale and detailed analysis of human attitude towards the project and of education strategies to increase acceptance by local people are discussed. Riassunto La reintroduzione dell'orso bruno (Ursus arctos) nel Parco Naturale Adamello Brenta: uno strumento per il ripristino di una metapopolazione nelle Alpi centro-orientali Nel XVII secolo gli orsi (Ursus arctos) erano ancora abbondanti ed ampiamente distribuiti in tutta l'area alpina dell'Italia settentrionale e nelle aree densamente forestate delle Prealpi e della Pianura Padana. Il declino delle popolazioni ebbe inizio a partire dal XVIII secolo con l'aumentare della deforestazione per ottenere maggiori aree coltivabili e, nel XIX secolo, si ebbero fenomeni di estinzione locale, causati principalmente da abbattimenti. La popolazione alpina residua, composta esclusivamente da 3 individui che non si riproducono dal 1989, occupa oggi l'area coincidente con il Parco Naturale Adamello-Brenta ed è da considersarsi biologicamente estinta. Nel presente lavoro vengono analizzati rischi e benefici della reintroduzione, intesa come strumento ritenuto maggiormente idoneo per il recupero dell'orso bruno sulle Alpi italiane, con una valutazione più ampia sulla conservazione della specie estesa all'intero contesto della regione alpina. Le aree maggiormente adatte alla reintroduzione sono state identificate mediante un modello di valutazione della qualità dell'habitat basato su di un Sistema Informativo Territoriale. Il modello ha preso in considerazione tutte le segnalazioni di presenza dell'orso bruno relative agli ultimi 20 anni registrate nell'area del Parco Naturale Adamello-Brenta (6500 km²), unitamente ad alcune variabili ambientali associate ad unità discrete di 25 ha ciascuna rilevate entro il territorio occupato dal nucleo residuo (645 km²). Sono stati presi in considerazione anche alcuni fattori di disturbo antropico nonché la densità del bestiame, anche se ad una differente risoluzione spaziale, ovvero a livello di comune. Il modello ha evidenziato un'influenza positiva delle foreste decidue sulla probabilità di presenza ed un effetto negativo per le aree sottoposte a pascolamento equino ed ovino, nonostante le greggi possano costituire potenziali prede. Un analogo effetto negativo è stato evidenziato per aree caratterizzate da presenza di roccia nuda, agroecosistemi ed aree urbane. Non sono state riscontrate influenze significative sulla probabilità di presenza dell'orso bruno a livello di comune per quanto concerne gli effetti della densità di popolazione umana e dell'intensità del flusso turistico. Viene inoltre evidenziata l'importanza di un sondaggio dettagliato svolto su ampia scala per valutare l'atteggiamento delle comunità locali nei confronti del progetto di reintroduzione e sulle strategie di educazione ambientale adottate al fine di incrementare l'accettazione del progetto stesso da parte delle comunità locali.
eISSN:1825-5272
ISSN:0394-1914
Journals System - logo
Scroll to top